Istituzioni e sistema politico in Italia: bilancio di un ventennio by Mauro Volpi

Istituzioni e sistema politico in Italia: bilancio di un ventennio by Mauro Volpi

autore:Mauro, Volpi [Volpi, Mauro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Diritto, Percorsi
ISBN: 9788815323781
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


2. Il «Mattarellum», il sistema dei partiti e il fallimento del bipolarismo di coalizione

In seguito al successo del referendum elettorale del 18 aprile 1993, il governo Ciampi (il primo nella storia italiana a essere guidato da un non-parlamentare, quasi a simboleggiare l’eccezionalità della vita parlamentare italiana, e il primo governo cosiddetto dei «tecnici» o del Presidente) fa approvare il 4 agosto 1993 una legge elettorale per la Camera e per il Senato che per il 75% dei seggi è maggioritaria (collegi uninominali a turno unico) e per il 25% è proporzionale (alla Camera con liste chiuse di partito e con la soglia di sbarramento al 4%, al Senato con recupero dei candidati meglio piazzati nei collegi uninominali). L’introduzione del turno unico non era l’unica soluzione possibile per superare il sistema proporzionale, giacché sul tappeto c’era anche la scelta del doppio turno francese [Pappalardo 1994], ma era certamente la peggiore, perché veniva adottata proprio nella più acuta fase di destrutturazione del sistema partitico. Sebbene l’illusione di molti attori fosse di replicare il bipartitismo inglese – dimenticando che in Inghilterra non fu il plurality a creare il bipartitismo, ma fu, al contrario, il bipartitismo preesistente a introdurre il collegio uninominale e il plurality come oggi lo conosciamo [Fisichella 2009; Massari 1994] – gli effetti furono di aumentare la frammentazione partitica e di dar vita a un bipolarismo di coalizione illusorio e perciò destinato al fallimento.

Sebbene il nuovo sistema elettorale fosse frutto di un compromesso tra le richieste referendarie e il vecchio ceto politico (e, infatti, la nuova legge elettorale sarà definita da Sartori Mattarellum a significarne la fattura pasticciata), e fosse pertanto un sistema difettoso e farraginoso [Pappalardo 1994], esso concludeva e poneva termine comunque al sistema politico tradizionale o alla cosiddetta «Prima Repubblica». Le tre elezioni politiche del 1994, 1996 e 2001 sanciranno l’abissale distacco dal sistema partitico ancora presente nel 1992 e la comparsa di nuovi attori e di un inedito sistema partitico.

Il sistema dei partiti che si manifesta con le elezioni politiche del 1994, le prime a svolgersi con il nuovo sistema elettorale misto, è composto di vecchi partiti che hanno cambiato simbolo, sigla, denominazione e che hanno subito tutta una serie di scissioni e da nuovi partiti. Tra questi bisogna distinguere quelli veramente nuovi, nati ex novo proprio in vista delle elezioni del 1994 (come Forza Italia), o comunque quelli nati dalla dissoluzione del vecchio e precedente sistema dei partiti (come la Lega Nord), quelli frutto di scissione da precedenti partiti tradizionali e quelli che si sono formati inizialmente a livello parlamentare per poi ricomporsi tramite fusioni e aggregazioni varie. Il conteggio risulta veramente complicato a causa della natura ancora fluida del nuovo sistema partitico. Ma non c’è dubbio che proprio il nuovo sistema elettorale diede un forte impulso a questa fluidità, o comunque non pose argini e barriere alla frammentazione. Anzi la incoraggiò.

A causa della formazione di larghe alleanze elettorali per la vittoria nei collegi uninominali si offriva, infatti, anche a piccolissimi partiti un potenziale di coalizione



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